Recensione di Attacco al potere 3 - Angel Has Fallen

Dopo che un attacco drone lascia il presidente Trumbull (Morgan Freeman) in coma, Mike Banning (Gerard Butler) viene incastrato per l’attentato. Si propone di ripulire il suo nome e di affrontare gli spettri del suo passato.

Anche se è un modo per collegare i pezzi del set, la trama di questo film è di carta sottile. Una buona ora del tempo di esecuzione potrebbe essere tagliata consegnando le schede del pubblico che dicono “servizio segreto, compagnia militare privata, veterani, USA” e lasciare che escogitino la loro trama assolutamente generica. Anche Tom Clancy o Ubisoft si sentirebbero un po’ in imbarazzo ad usare una sceneggiatura così truccata. Inoltre, non si parla mai del perché qualcuno dovrebbe credere che Banning tenti di assassinare il presidente considerando che ha già messo in gioco la sua vita più volte prima in altri due film.

La sottotrama in Attacco al potere 3

C’è una sottotrama con l’indagine dell’FBI sull’assassinio, guidata dall’agente Thompson (Jada Pinkett Smith) che non prende mai molta velocità e poi si sfrega così all’improvviso. L’agente Thompson soffre anche della sindrome dell’intelligenza conveniente della trama, in quanto sa che Banning è uno degli agenti segreti meglio addestrati nel libro paga degli Stati Uniti, ma lascia comunque un carico di DNA e un biglietto che dice “sono stato io a farlo” sulla scena del crimine.

Ma giudicare un film d’azione per la sua trama è come giudicare un quadro dalla parete su cui è appeso. E con questa metafora tortuosa si intende dire che alcune persone lo fanno ma potrebbero pensarci troppo. L’azione è utile, anche se sembra obsoleta. E’ un po’ blando, tanto che è difficile credere che qualcuno ancora spara così in un mondo in cui esistono “The Raid” e “John Wick”. Si trova nello stesso campo di gioco di “U.S. Marshal” o “Air Force One”; non si può dire di essere mai stati davvero annoiati, ma non si è mai stati veramente spazzati via.

Il cast di Attacco al Potere 3

Alcuni set d’azione funzionano meglio di altri. Dopo aver trovato suo padre Clay (Nick Nolte) c’è una sequenza di esplosioni pesanti che funziona meglio perché non si prende troppo sul serio. Nolte alza le scene in cui si trova, anche se nella sua carriera successiva sembra che stia andando alla deriva come il ragazzo che si ottiene quando Tom Waits non è disponibile.

Il resto del cast è abbastanza divertente. Danny Huston, in particolare, sembra essere bloccato in un ciclo infernale della stessa sceneggiatura per lo stesso personaggio e sta iniziando a sollevare la questione filosofica: è un attore che sogna di diventare un militare sinistro o un militare sinistro che sogna di essere un attore? Ancora una volta dimostrando ancora una volta che Zhuangzi era preveggente sui moderni sistemi cinematografici.

Se siete alla ricerca di un po’ d’azione senza cervello, ‘Angel Has Fallen’ è una fetta perfettamente accettabile di torta mediocre. Quelli nuovi della serie non dovranno preoccuparsi di recuperare, quindi non lasciatevi scoraggiare neanche questo.